Formigine, addio alla maestra Silvia Mantovani: «Ha cresciuto generazioni di bimbi»

FORMIGINE. Si è spenta giovedì sera, 20 giugno, circondata dall’affetto dei suoi familiari. Silvia Mantovani, maestra d’asilo da circa quarant’anni a Formigine e moglie di Marco Nosotti, noto giornalista sportivo.
Silvia aveva 59 anni ed è morta dopo una lunga malattia. Lascia Marco, i figli Giulio e Margherita e tante, tantissime persone care. Nosotti è rientrata dalla Germania, dove stava lavorando per gli Europei di calcio, domenica sera: come detto, è uscita giovedì da casa, dove era sottoposta alle cure domiciliari, poco prima dell’inizio della partita Italia-Spagna.
Nosotti ha condiviso 28 anni di matrimonio con Silvia. Entrambi formiginesi, si sono innamorati mentre lui seguiva le Olimpiadi di Barcellona, mentre lei tornava dall’isola di Timor dove era stata impegnata in un progetto di volontariato. Mantovani era molto conosciuto a Formigine per molteplici motivi. Per la sua vita dedicata ai bambini, innanzitutto, con il suo lavoro di insegnante, ma anche perché ha una famiglia numerosa.
«Lei – racconta il marito Marco – è una mantovana di Magreta, don Sergio Mantovani era suo zio. L’altro casato della famiglia è quello dei Vacondio di Corlo. Una di quelle famiglie di una volta, molto unite, in cui la solidarietà e l’affetto sono sempre stati alla base di tutto”. Silvia era conosciuta da molti come “maestra Silvia”. Per circa vent’anni aveva lavorato presso l’asilo Maria Ausiliatrice di Formigine, il “Conventino”. Si trasferì poi all’asilo Malaguzzi dove rimase per altri vent’anni. Una vita dedicata all’insegnamento e ai bambini che tanto amava e ai quali si dedicava con professionalità e sensibilità ha cresciuto intere generazioni – racconta Nosotti – è stata maestra di tanti che oggi sono genitori se non, almeno quelli più precoci, nonni. Silvia usava parole semplici, parole buone e importanti: con i bambini non si può imbrogliare e questa è stata insegnamento che ha cercato di trasmettere loro. La semplicità”.
Nelle ultime ore, quando a Formigine ha cominciato a diffondersi la notizia della scomparsa di Mantovani, sono arrivati alla famiglia decine di messaggi di cordoglio da parte di quei bambini ormai adulti che frequentavano le sue classi, e di quei genitori che hanno affidato i propri figli alla maestra Silvia: «Adesso – prosegue il marito – c’è una corsa per dimostrare cosa fosse Silvia. Una catena di affetti incredibile. Abbiamo ricevuto tanti messaggi di cordoglio». Molti messaggi sono arrivati anche dai colleghi del giornalista: «Mi ricordano che pur non avendo conosciuto mia moglie personalmente – spiega – hanno capito i valori e le emozioni che trasparivano nel modo in cui parlavo di lei. Parlano di una persona profonda. E lei era così. Che vita meravigliosa mi ha regalato.”
La 59enne ha scoperto della malattia tra il 2020 e il 2021: «Stavo tornando da Kos – racconta Nosotti – quando ha avuto un primo problema e le è stata diagnosticata questa malattia. Il suo primo pensiero fu per i suoi figli. Mi ha detto: “Sono troppo giovani, ne hanno ancora bisogno”. L’altro pensiero era per la sua classe e i suoi alunni: “Avranno un sostituto, non potranno avere continuità nel loro percorso”. Aveva un senso del dovere molto forte. Le piaceva essere andata a lavorare in Comune perché la scuola era inclusiva, superava le barriere: i bambini erano la risorsa primaria, le cose funzionavano bene e si poteva stare tutti insieme.”
Nosotti ricorda gli ultimi momenti trascorsi con la moglie, dal compleanno del 12 maggio alla fiera di San Geminiano che «per lei era l’appuntamento, la festa dell’anno, tra bancarelle e tortellini». La riflessione continua e Nosotti ricorda quanto sua moglie fosse una “roccia”.
«È stata lei a crescere i nostri figli e a darmi consigli su come farlo. Ci siamo conosciuti una vita fa: lei non è mai venuta con me a Milano, dovevo lavorare lì, ma pensavamo fosse giusto crescere i nostri figli a Formigine, la nostra famiglia era qui e c’erano legami importanti. Sono stata molto fortunata, mi sono sentita libera, lei mi ha sempre sostenuto e assecondato. Ha anche riportato il mio ego sulla terra quando necessario. Mitezza, gentilezza e libera disponibilità erano le regole della sua vita.”
I funerali si sono svolti oggi alle 11 presso la chiesa di San Bartolomeo a Formigine.
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